tag:blogger.com,1999:blog-14498080435719690392024-02-20T02:24:10.720-08:00GenaseyUn villaggio giudicale in rovina a SeuiGDhttp://www.blogger.com/profile/18022873909847238243noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-1449808043571969039.post-51852442933808559572014-01-27T15:58:00.001-08:002018-04-23T02:21:37.688-07:00Genasey e Pranu Nani, urge un restauro e valorizzazione<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; mso-bidi-font-size: 7.0pt;">Tra le perle più preziose del
ricco patrimonio storico archeologico di Seui un posto di primo piano lo occupa
sicuramente “Genossi”, il villaggio che sino al dodicesimo secolo sarebbe
esistito, in località “Genna Ruinas”, ad oltre mille metri d’altitudine. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; mso-bidi-font-size: 7.0pt;">Nelle vicinanze di questo nucleo
principale si apre la piana di “Pranu Nani”. Altra zona interessante dal punto
di vista storico-archeologico che, molto probabilmente, fu sede di un altro
insediamento abitativo costituito da una trentina di capanne. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; mso-bidi-font-size: 7.0pt;">Molto probabilmente questi nuclei
rurali, la cui economia si basava su l’allevamento ed agricoltura arcaica,
furono abbandonati attorno al ‘300, per cause meteo estreme, carestia o per
epidemia. <o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; text-align: justify;">Oggi per questi nostri insediamenti
sicuramente di elevato valore storico e archeologico sarebbe assolutamente
indispensabile u</span><em style="font-family: 'Times New Roman', serif; text-align: justify;"><span style="font-style: normal;">na maggiore attenzione ed
una valorizzazione culturale e turistica. Per far ciò sarebbe auspicabile a
breve l’avvio di una accurata campagna di studio e ricerca che possa riportare
alla luce e tutelare questo prezioso “gioiello” che la comunità seuese ha
custodito per circa un millennio ed affiancarlo all’interessante “Parco
archeologico di Ardasai”, distante pochi chilometri. </span></em><strong style="font-family: 'Times New Roman', serif; text-align: justify;"><i>(Giuseppe Deplano, copyright © 2014 – riproduzione riservata)</i></strong>GDhttp://www.blogger.com/profile/18022873909847238243noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1449808043571969039.post-68274024099026658042011-11-28T09:24:00.000-08:002014-01-27T15:58:52.194-08:00Genasey, il villaggio giudicale in rovina nel territorio di SeuiGenasey, Genossi o Genoscis Oppidum. Sono solo alcuni dei possibili nomi del villaggio che, molto probabilmente, sino al dodicesimo secolo sarebbe esistito nel territorio di Seui, in località “Genna Ruinas”. Un crinale montuoso affacciato sul Flumendosa, a circa 1.112 metri sul livello del mare. <br />
Nell’area, a poche centinaia di metri dalla piana di “Pranu Nani” (altra zona interessante dal punto di vista storico-archeologico), sul piano di campagna sono evidenti le tracce di un insediamento di dimensioni medio-piccole, composto da una trentina di resti di capanne in pietra e di muri.<br />
Dalle dimensioni dell’insediamento si presume che nel suo periodo di massimo splendore la sua popolazione ammontasse a 120-150 abitanti, suddivisi in non più di venticinque nuclei familiari o fuochi.<br />
La sua economia, sicuramente di pura sussistenza, si basava essenzialmente sull’allevamento del bestiame e su una agricoltura praticata in forma arcaica.<br />
Secondo la tradizione della comunità seuese il centro sarebbe stato abbandonato a seguito di una abbondante nevicata che avrebbe obbligato i suoi abitanti ad lasciare il sito particolarmente esposto alle intemperie. Resta comunque sempre realistica l’ipotesi che a determinare la scomparsa di questa comunità rurale possa essere stata una grave carestia, un’epidemia di peste nera (1342-44, circa) o lo spostamento (più o meno volontario) della sua popolazione verso altre zone o altre comunità. <em> <strong>(Giuseppe Deplano, copyright © 2011 – riproduzione riservata)</strong></em>GDhttp://www.blogger.com/profile/18022873909847238243noreply@blogger.com